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Affacciato sullo splendido panorama offerto dalla Valle del Salto, Concerviano, in origine chiamato "Collis Cervinus", fu fondato probabilmente dai monaci benedettini della vicina Abbazia di San Salvatore Maggiore. Sulle origini del paese non si sa quasi nulla e le prime notizie certe risalgono solamente al XIII secolo. Da queste sappiamo che nel tardo medioevo dal territorio di Concerviano, in gran parte ricoperto da fitti boschi, venivano importate a Rieti grandi quantità di cenere e di legname lavorato, in particolare contenitori per il vino o per il mosto. Un ruolo di fondamentale importanza per il paese lo ebbe sicuramente l'Abbazia di San Salvatore Maggiore e la storia di Concerviano si intreccia con quella di questo potente monastero che, soprattutto nel periodo carolingio, assunse un fasto ed un'importanza di prim'ordine, tanto da essere insignito dell'ambito titolo di "imperiale" per volere dello stesso Carlo Magno. Fondata sui resti di una preesistente villa romana nel 735 d.C. tra Concerviano e Longone Sabino, allargò in breve tempo la propria signoria territoriale estendendo i suoi domini dalla Valle del Salto e del Turano fino alla stessa Roma. Distrutta completamente dai Saraceni nell'891, l'Abbazia fu ricostruita il secolo successivo grazie all'intervento di Papa Benedetto VIII. Con il concordato di Worms fu inglobata nello Stato della Chiesa e, dagli inizi del Trecento, iniziò il suo lento ma inesorabile declino quando, assaltata e in parte distrutta sotto l'incalzare del comune reatino, venne gradualmente privata di possessi e di potere. Nel 1399 fu trasformata in commenda da Bonifacio IX e fu soppressa definitivamente per volere di Urbano VIII che la unì a Farfa. Attualmente è stata acquisita dal comune di Concerviano ed è in fase di restauro. Nel 1282 Concerviano, insieme agli altri castelli dipendenti dall'Abbazia di S. Salvatore, passa sotto la giurisdizione del Comune di Rieti.
Concerviano nel 1817, con 236 abitanti, era frazione di Roccasinibalda; divenuto comune autonomo nel 1853, contava 261 abitanti, 44 dei quali abitavano in campagna per complessive 45 famiglie in 44 case. Tra di esse le preminenti erano quella dei De Angelis, quella del cavalier Severi, che però non risiedeva a Concerviano, e quella dei Palmieri.
Nel paese erano presenti una bottega di ferri lavorati, la rivendita di Sali e Tabacchi ed una mola a grano. In campagna esisteva un albergo, probabilmente nella valle del Salto, fiume che veniva attraversato per mezzo di un ponte di legno.
Concerviano oggi conserva ancora l’antico impianto urbanistico all’interno della rettangolare cinta muraria; le due torri in parte medievali, una a pianta quadrata con merli guelfi, feritoie arciera/archibugiera e bertesca con caditoia, l’altra a pianta semicircolare recentemente ricostruita, e con l’ingresso al paese che affaccia sulla piazza S. Nicola e sull’omonima chiesa.
Nulla si sa sulle origini e sulle prime vicende del castello di Concerviano, o Collis Cerviani come riportano le fonti. Anche in questo caso le notizie risalgono soltanto al XIII secolo. Nel 1252 le chiese di Concerviano erano s. Nicola, s. Egidio e s. Andrea, ad attestare un popolamento abbastanza consistente dell'area. Nel tardo medioevo dal territorio di Concerviano, che doveva essere coperto in prevalenza da boschi, venivano importate a Rieti consistenti quantità di cenere, che aveva i più svariati usi, e di legname lavorato, in particolare contenitori per il mosto o per il vino. Attestato anche l'allevamento dei porci Nel primo Seicento i fuochi del castello erano circa 50. Nel 1817, con 236 abitanti, era appodiato di Roccasinibalda. Divenuto comune autonomo, nel 1853 gli abitanti erano saliti a 261, 44 ei quali abitavano in campagna, per complessive 45 famiglie in 44 case. Tra di esse le preminenti quella dei De Angelis, definita assai ricca, e quella del cavalier Severi, che però non risiedeva a Concerviano. Secondo il Palmieri la piazza era "piuttosto graziosa con buone fabbriche". Nel paese erano presenti una bottega di ferri lavorati, la rivendita di sali e tabacchi ed una mola a grano di Mignani. In campagna esisteva un albergo, probabilmente nella valle del Salto, fiume che veniva attraversato per mezzo di un ponte di legno.
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Le Frazioni:
Cenciara
Nel 1252 le chiese de Cinçalia erano s. Nicola, s. Egidio e s. Lorenzo e queste sembrano essere le prime notizie sull'insediamento, da allora sempre legato al monastero di s. Salvatore maggiore. Nel 1817 Cenciara, con 92 abitanti, era appodiato di Belmonte, per poi passare sotto Concerviano. Nel 1853 gli abitanti erano 132, 17 dei quali soggiornavano in campagna. 21 le famiglie, altrettante le case. La chiesa parrocchiale, priva di organo, era dedicata a s. Egidio. La famiglia più ricca era la Belardinetti. Presente soltanto una mola a grano.
Pratoianni
Le prime notizie sul piccolo castello non sono anteriori al XIII secolo. Nel 1252 è attestata, infatti, la chiesa di s. Giovanni de Prato Iohannis, che rende chiara anche l'origine del toponimo, "Il prato di Giovanni". Da allora l'insediamento fortificato seguì tutte le vicende dell'abazia di s. Salvatore maggiore. Nel primo Seicento i fuochi del castello erano 35. Nel 1817 Pratoianni, con 141 abitanti, divenne appodiato di Roccasinibalda e successivamente di Concerviano. Nel 1853 Pratoianni, popolato in gran parte da pastori, contava 225 anime, delle quali soltanto 9 risiedevano in campagna, ripartite in 38 famiglie, che abitavano in 33 case. La chiesa parrocchiale, priva d'organo, era dedicata a s. Lorenzo. L'unica mola a grano era dei Chiarinelli. Nel paesetto si vendevano soltanto sale e tabacchi e c'erano un muratore ed un calderaio. La famiglia più importante era quella dei Felizzoli.
Vaccareccia
Anche per Vaccareccia le prime notizie non sono anteriori al XIII secolo. Nel più volte citato registro del 1252 viene ricordata una cappella de Baccarecça non meglio identificata che attesta comunque la presenza del villaggio, che, com'è facilmente intuibile, trae il nome dalla esistenza nella zona di molti bovini. Nel primo Seicento i fuochi del villaggio erano circa 35. Nel 1817 Vaccareccia, con 228 abitanti, divenne appodiato di Roccasinibalda e successivamente di Concerviano.Poco dopo la metà dell'Ottocento il villaggio si articolava intorno ad una piazzetta dove c'era l'unica bottega che rivendeva sali e tabacchi. I suoi abitanti, quasi tutti pastori, anche se erano presenti un sarto ed un muratore, ascendevano a 246, uniti in 59 famiglie, 59 le case. La prima famiglia i Rogai. la mola a grano era nel territorio. La piccola chiesa parrocchiale era dedicata a s. Vittorino.
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